(Jamma) – “La prevenzione del gioco problematico e il ruolo degli operatori e dell’associazionismo sono temi particolarmente dibattuti in questi giorni. Da un lato operatori di gioco espongono le proprie iniziative per il contrasto verso un’approccio problematico al gioco da parte della propria clientela, dall’altro associazioni e istituzioni arrivano a ritenere poco coerente che proprio chi fa del gioco il proprio business possa essere interessato alla prevenzione della cosiddetta ludopatia”.   L’Acogi, associazione che rappresenta gli operatori e i consumatori del gioco, ritiene doveroso “rivendicare l’importanza delle iniziative che mirano ad una efficace comunicazione in tema di gioco al fine di prevenire e contrastare l’insorgenza di patologie da gioco e, ancora prima, di un rapporto problematico con esso. Da elemento distintivo della natura umana, il gioco infatti, in soggetti particolarmente fragili e con determinate predisposizioni, può diventare un problema, un assillo, fino a sfociare in una vera malattia.   Sotto i riflettori i comportamenti dei minori che, per legge, non potrebbero né accostarsi al gioco, né entrare nei locali in cui questo è venduto in via esclusiva. Recentemente sono stati pubblicati i risultati di ricerche e indagini che lanciano un giusto allarme sul gioco minorile, e mirano alla sensibilizzazione degli adulti sull’approccio culturale al gioco che naturalmente si trasmette alle giovani generazioni nelle famiglie d’origine.   E’ importante e necessario che tutto il sistema del gioco, operatori e associazioni, lavorino per trasmettere alle giovani generazioni messaggi di responsabilità e misura rispetto al gioco con vincita in denaro. L’Acogi condivide le iniziative degli operatori di gioco a favore della prevenzione del gioco patologico per due motivi: la responsabilità sociale è un valore che gli operatori di gioco, ad ogni livello, sentono con forza grazie al contatto stretto con il tessuto sociale assicurato dalla propria attività quotidiana, una prossimità che induce all’accortezza e a sentirsi in dovere morale di onestà nei confronti dei propri clienti. non è conveniente né strategicamente lungimirante per un’azienda avere clienti malati di gioco, o con un approccio problematico verso tale pratica. Per questo è giusto formare la clientela verso un comportamento responsabile, investendo in tal senso, anche sul futuro della propria azienda.   Il gioco in Italia ha valori ecumenici che lo caratterizzano, per questo l’Acogi incoraggia una svolta sulla normativa perché non vi siano divisioni e si possa lavorare tutti insieme, Stato, operatori, associazioni, enti locali, per conseguire obiettivi comuni come la protezione dei minori, la formazione degli adulti e la prevenzione delle patologie da gioco”.