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Bernardi (CNA) scrive all’Avvenire spiegando la situazione in cui si trova il settore dei giochi automatici
10/2/2014 - Fonte: Jamma
(Jamma) – Eugenio Bernardi, consulente tecnico esperto e produttore di giochi da 33 anni, scrive al Dott. Becchetti in merito all’articolo Azzardo: la “logica” dei Monopoli – Danno erariale?” pubblicato sull’Avvenire.

Egregio Dott. Becchetti

e p.c. Il Direttore di Avvenire
Le scrivo in merito all’odierno articolo sull’Avvenire – dal titolo Azzardo: la “logica” dei Monopoli – Danno erariale?” In cui afferma sarcasticamente che” Qualcuno ha considerato per un bel po’ noi italiani la “tribù con l’anello al naso”, in merito alla relazione dei Monopoli di Stato (oggi ADM) e il giudizio dato sull’emendato Ddl LUDOPATIE approvato alla Commissione affari sociali per il riordino del comparto giochi.
Lungi da me difendere l’ADM, ma le rammento il giudizio ancor più negativo dato della Ragioneria dello Stato sul tale Ddl e visto che sono stato il primo a fare certe affermazione con un preview di commento sul sito Jamma.it “ Se passa il testo della Binetti & Co. solo gioco d’azzardo illegale in Italia e entrate erariali a fortissimo rischio di E. Bernardi ho parecchio da confutare, ma anche qualcosa su cui concordare, sulle sue affermazioni.
Affermazioni da noto aderente a quella sparuta schiera di slotmob o NOSLOT che si scaglia sempre e solo contro una tipologia di gioco definendole genericamente slot, ovvero le AWP dei bar – (non le AVT citate per errore di battitura spero o per scarsa informazione sui vari giochi).
Non metto in dubbio la buona volontà dei certi politici, più sensibili ai disagi sociali ma anche alla visibilità su un tema che fa audiance e produce facili consensi per certe “tribù con l’anello al naso”, che si nutrono di dati sparati nella centrifuga mediatica e valutazioni soggettive, spesso di pseudo esperti, ma le devo rammentare che in quel testo ci sono vere e proprie abnormità tecnico progettuali, che a chi economista e non tecnico , come lei, sfuggono.
Si può essere giustamente d’accordo sulla troppa pubblicità e sovresposizione mediatica del gioco e in particolare di certi giochi, le AWP da bar da sempre non l’hanno mai fatto, solo ora con l’avvento delle Sale VLT – si leggono pacchiani cartelli con scritto un generico SALA SLOT e VLT, quindi bene limitarla al massimo o anche vietarla.
Si potrebbe essere d’accordo anche su una troppa diffusione dei giochi ( i 65 mila punti vendita lotterie o i 33 mila ricevitorie del lotto nessuno li menziona ) ma diciamo che anche le AWP dei bar sono eccessive, così come le Videlottery e le sale VLT, non è stato il settore che ha spinto per un nuovo contingentamento numerico , ma certe concessionarie, così si è quasi raddoppiato il numero di apparecchi AWP installabili per locale rispetto ai contingentamenti precedenti del 2003/2007 che stabilivano limiti più restrittivi massimo 2/4 apparecchi per pubblico esercizio, ora si arriva fino ad 8 e nelle tabaccherie si è dimezzata la metratura di riferimento, nel frattempo però sono arrivate le 57 mila VLT e tutte di produzione estera, con aspettative di vincita fino a jackpot di 500 mila euro, assai diverse dalle AWP dei bar che si fermano a 100 euro.
Le ricordo che in Europa ci sono altri paesi come in Germania, Spagna e Inghilterra mediamente, per ogni nazione, sono installate oltre 250 mila apparecchi AWP simili alle nostre New Slot, oltre a ciò queste nazioni hanno un elevato numero di Casinò, ma non certo 57 mila Videolottery, che le ricordo in tutto il resto nel mondo ve ne sono in uso circa 160 mila.
Tornando al testo del DdL LUDOPATIE approvato alla Commissione affari sociali che prevede “l’accesso agli apparecchi da intrattenimento e ai videogiochi nonché ai giochi online esclusivamente mediante l’utilizzo della tessera sanitaria”, che lei afferma essere valido anche contro il riciclaggio, le chiedo come è possibile riciclare con le AWP dei bar a 1 euro di moneta e con massima introduzione di 2 euro, che se non giocati non accettano l’inserimento di altre monete, altro discorso per i terminali VLT che accettano solo banconote anche con tagli da 500 euro e non mi dilungo viste le note trasmissioni sul tema delle Iene e 4 interrogazioni parlamentari. Come scrivevo nel mio articolo sopra menzionato è “una misura che, se adottata, non distingue tra giochi a vincita e giochi di puro divertimento (videogiochi o pesca oggetti per esemplificare), che propone un sistema difficilmente realizzabile peraltro già in fase di studio dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per una prossima introduzione sulle Newslot, (per le VLT più aggressive nulla anche se inizialmente era previsto), potrebbe incontrare seri ostacoli per l’impossibilità di accesso di alcune categorie di cittadini europei o stranieri, inoltre la tessera sanitaria non è uguale in tutte le regioni”. Sono almeno due anni che tecnici di settore tentano di introdurre un sistema di questo tipo, già adottato con scarso successo – come è noto – nei distributori di sigarette. Non solo, si pensa di poter intervenire definendo una unica forma ammessa per il pagamento delle prestazioni rese dagli apparecchi che è “quella elettronica, mediante carte nominative. Al termine di ogni sessione di gioco gli apparecchi (omississ) devono rilasciare apposita ricevuta, indicante l’ammontare complessivo della somma spesa e di quella vinta, evidenziando la differenza. La ricevuta deve altresì indicare il tempo complessivo di collegamento con l’apparecchio e riportare formule di avvertimento contro i rischi del gioco d’azzardo patologico”. A parte la difficoltà tecnica dell’implementazione di tale misura e il palese favore agli istituti di credito e forse del sistema VLT o videolottery, è come se si volesse impedire la possibilità al giocatore occasionale di giocarsi qualche spicciolo ogni tanto: il giocatore “deve” divertirsi solo all’interno di strutture specializzate, dove chi accede è consapevole e soprattutto dove “la gente bene” non accederebbe mai – la creazione di ghetti del gaming – (occhio non vede cuore non duole). Ma ancora secondo questo testo “gli esercizi commerciali e i circoli privati che rimuovono dai propri locali gli apparecchi per il gioco lecito installati precedentemente al 31 dicembre 2013, possono usufruire, per i due anni successivi alla rimozione, di un apposito indennizzo economico e quelli che non installano apparecchi per il gioco lecito possono richiedere il rilascio in uso del logo identificativo «no slot»” (identificando tale tipologia di gioco, il male assoluto) – guai a scrivere no gratta&vinci o No scommesse – all’ora perchè non scrivere NO GIOCHI D’AZZARDO DELLO STATO. E questo sembra veramente un incentivo alla installazione di apparecchi per il gioco non lecito più che una tutela del giocatore. Per chiudere mi soffermo sul dato economico su cui ella ironizza, così come sul cambio apparecchi da gioco, le vorrei ricordare alcune cose: DdL LUDOPATIE approvato alla Commissione affari sociali estende il suo campo di interesse su disposizioni prettamente tecniche dei giochi, peraltro assegnate a specifica amministrazione (ADM). Le ricordo che esiste già un progetto tecnico piuttosto intrigato e poco condiviso dal settore, per la sua difficile e dispendiosa gestione nei locali dei nuovi o futuri apparecchi comma 6/a “plus”, che prevede non la tessera sanitaria ma una tessera per il riconoscimento della maggiore età del giocatore , così come prevede la possibilità di veicolare messaggi e avvertimenti sull’eccessivo abuso di gioco, già volendo lo hanno le attuali AWP, ma mai implementato da SOGEI/ADM – restano purtroppo non coinvolte le più aggressive VLT. Decreto Prot. n. 2302/GIOCHI/ADI del 29 maggio 2013 – pdf - Nuove regole tecniche di produzione e verifica tecnica degli apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a) del T.U.L.P.S. -Comunicato – pdf . Infine la perdita prevista del gettito dai 9 ai 13 miliardi di giocato è una stima assai realistica rispetto ai 47 miliardi totali giocati dalle AWP + VLT lo scorso anno e in calo anche quest’anno soprattutto le AWP per le note leggi regionali restrittive. Non è così facile nemmeno un cambio di apparecchi, perché se si dovessero cambiare ulteriormente i parametri tecnici elencati in quel Ddl , si dovrebbero riscrivere le norme tecniche, inviare il tutto alla Commissione DG Imprese a Bruxelles per il vaglio, tempi dai 6/9 mesi, per poter produrre nuove macchine passerebbero almeno 2 anni con la possibilità di una forte contrazione del mercato, già ora stagnante e con l’incertezza che i nuovi apparecchi realizzino performance d’incasso notevolmente inferiori e quindi volumi di gioco che non consentano il gettito attuale di 3,2 miliardi di PREU per lo stato per le AWP e di 1,1 miliardi per le VLT. Come vede non è questione di anello al naso ma di molta malafede e allora viene da chiedersi: ma in questa giungla di divieti chi potrà più pensare di installare ancora apparecchi da gioco lecito? Abbiamo già fulgidi esempi di una vasta diffusione dei così detti TOTEM, (promozionali o collegati ai dot-com che i nostri parlamentari così arguti contro certi giochi (le AWP o Newslot dei bar) nemmeno conoscono le potenzialità… Tanto studio della materia ha, probabilmente, distratto i redattori del testo della Commissione. Se è oneroso giocare legalmente e difficile installare apparecchi per il gioco lecito, largo spazio al mercato illecito. Ma soprattutto tanti divieti verso certe tipologie di giochi, mentre tale pervicacia non la si trova verso la distribuzione di alcolici, visti i dati e i danni assai allarmanti e reali di circa 17 mila morti all’anno, l’alcol vicino a luoghi sensibili (a cosa?) pare non infastidisca, il gioco legale si. “Occorre educare al gioco, qualsiasi esso sia. Il vizio del gioco e’ antico.
Proibire non risolve. Serve educare all’uso del libero arbitrio. Tutto qui.” Col proibizionismo non si è mai risolto nulla, sono un padre di famiglia e mi confronto con la società quotidianamente, avendo anche figlie che operano nel sociale e ho sempre fatto i conti con la mia coscienza e non tollero certo qualunquismo in cui pure molti come lei sono finiti. Eugenio Bernardi