(Jamma) – Nella legge di Stabilità presentata dal Governo è prevista una “tassa sui CTD” il cui gettito effettivo è un grande punto interrogativo. Non più di un anno fa l’onorevole Roberta Angelilli, del Partito Popolare Europeo, aveva presentato un’interrogazione al parlamento europeo sottolineando la necessità di un riconoscimento giuridico della figura dei CTD, del ruolo che svolgono tali centri e proponendo il riconoscimento di una categoria di lavoratori. Un appello inascoltato perché, a quanto pare, il settore del gioco resta sconosciuto e sembra essere solamente un modo per fare cassa.   L’Acogi esprime insoddisfazione e rammarico perché la manovra appare strumentale e poco efficace a raggiungere due obiettivi primari: 1) la certezza delle regole per la soluzione di contenziosi cominciati 15 anni fa; 2) la protezione dei consumatori dai rischi del gioco patologico. Obiettivi che non possono essere raggiunti né con una tassa che spera di equiparare la posizione dei CTD a quella delle agenzie concessionarie, né diminuendo il ritorno in vincite per quei giochi più “pericolosi” per soggetti già fragili come quelli a rischio ludopatia.   Le previsioni di gettito contenute nella manovra non potranno essere soddisfatte perché di fatto gli interventi risulteranno impossibili da attuare. «La tassa sui CTD – dichiara il presidente dell’Acogi Ugo Cifone – legittimerebbe gli operatori che da anni combattono contro il sistema concessorio italiano ritenendolo poco chiaro, discriminatorio e non in linea con i principi europei di libero stabilimento e prestazione di servizi, ma non è attuabile né equa nella previsione formulata dal Governo di un’aliquota pari al triplo della media provinciale versata dalle agenzie concessionarie. Riguardo alle altre previsioni, i CTD adempiono alla normativa antiriciclaggio e comunicano alle questure i propri dati. Pertanto l’Acogi – continua il presidente Cifone – invoca l’apertura di un tavolo di confronto tra il Ministero dell’Economia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e gli operatori non concessionari. C’è estremo bisogno di discutere un pacchetto di norme transitorie e una fiscalità giusta ed equilibrata per i centri di trasmissione dati, interventi che possano traghettare il sistema al 2016, anno della nuova gara».